Alessandro Bergonzoni – Bill Viola. Vite sospese

La Fondazione Mudima è lieta di ospitare nei propri spazi la mostra di Alessandro Bergonzoni e Bill Viola. L’idea di mettere insieme questi due artisti è venuta al curatore Davide Di Maggio perché entrambi, seppure di formazione e provenienza diverse, si sono sempre occupati della condizione umana, dell’incertezza e del rischio che caratterizzano l’avventura dell’uomo nel cosmo. Entrambi hanno avvertito l’angoscia che immancabilmente sale dalle profondità dell’essere e le hanno dato voce e immaginazione.
L’uomo è una creatura che nasce debole, fragile, nuda, priva di difese naturali e bisognosa, più di qualsiasi essere, dell’aiuto dell’altro da sé. Neppure l’istinto gli viene in soccorso, non avendo l’uomo la sicura determinazione degli animali, dal momento che l’intelligenza parrebbe fatta apposta per confonderlo nel dubitare incerto.
La mostra si svolge in tre momenti e spazi differenti. Le installazioni di Bergonzoni occupano i primi due piani ed è solo alla fine che Bill e Alessandro si incontrano idealmente, ma volutamente, in quella destinazione metaforica e metafisica che è soglia tra invisibile inviso e visibile.
Il percorso si apre con l’installazione di Bergonzoni dal titolo Attenzione! Incarichi sospesi che è un avviso a tutti i “naviganti” sulla terra, come a dire: “Occhio, guardatevi dall’alto!”.
Qualcosa pende sulle nostre anime, incombe non solo sulla testa di tutti, vicini o lontani: accorgersene racconta come non si è curato il tetto del mondo, per salvarsi e salvare, proteggere e proteggersi, lì sul nascere, prima di smettere di farlo.
Da questo apparente altrove, proibito ai più, si passa a un altro piano, il primo in tanti sensi, quando ci si trova a varcare un limite dell’immaginario.
Il pubblico è chiamato a effettuare un attraversamento dello spazio, facendo attenzione, questa volta, a “dove puntare i piedi e non i cannoni”. L’installazione dal titolo La culla dell’inciviltà crea d’impatto un moto surreale e paradossale. Scrive nel suo testo Bergonzoni: “Le bare non cullano, le culle non galleggiano, nell’universo ormai troppo ‘sterminato’ e seminato a bambini…”.
E solo dopo essersi incamminati, con cautela e circospezione massima, in questo “calpestamento” (metafora del fatto e del non-fatto dall’uomo), si giunge davanti al video The Reflecting Pool (videotape, 1977-1979) di Viola. L’opera descrive la morte e la rinascita dell’individuo nel mondo naturale, un battesimo in un mondo di immagini virtuali e percezioni indirette. Un uomo emerge dalla foresta e si trova davanti a uno specchio d’acqua. Si tuffa e il tempo si ferma improvvisamente. Il tempo diventa esteso e scandito da una serie di eventi visti solo come riflessi nell’acqua.
Sta scritto nel sito ufficiale di Bill Viola: “Le sue opere si concentrano sulle esperienze umane quali la nascita, la morte, la rinascita, lo sviluppo della coscienza e hanno radici nella filosofia e nella cultura orientale e occidentale e nelle tradizioni spirituali, tra cui il buddhismo zen e il misticismo cristiano. Nella sua produzione artistica l’acqua è un elemento centrale e ricorrente in quanto simbolo della vita e dello scorrere del tempo. L’acqua, oltre a rappresentare la soglia tra visibile e invisibile, è la fonte e l’origine di tutte le esistenze possibili, da cui provengono e a cui ritornano tutte le forme viventi”. Le tematiche di vita, morte e rinascita, del salvare, avere e dare cura, senza vendette antropologiche né crudeltà collaterali, in nome della ragione o del torto, sono sempre state alla base dell’opera dei due artisti.
La percezione concreta della morte aiuta a renderci conto della nostra (im)permanenza, a percepire come stiamo abitando e arredando la nostra vita, e magari a captare e tradurre tutto quello che ci circonda, nell’avvertire ogni universo.

Alessandro Bergonzoni

Nato a Bologna nel 1958, laureato in legge, è artista, attore e autore.
Quindici spettacoli teatrali al suo attivo e sei libri, di cui uno di poesia (L’amorte) e un volume d’arte e disegno (Bastasse grondare…).
Nel cinema: Pinocchio (2001) di Roberto Benigni e Quijote (2006) di Mimmo Paladino. Da più di quindici anni scrive Aprimi cielo, una rubrica sul “Venerdì di Repubblica” e Il pensato del giorno su “Robinson”.
Dal 2005 si avvicina al mondo dell’arte esponendo in varie gallerie e musei. Unisce al suo percorso artistico un interesse profondo per i temi legati al coma (testimonial della Casa dei Risvegli di Bologna), alla malattia e al mondo carcerario, tenendo su questi argomenti incontri in vari ambiti.
Ha vinto il Premio della Critica 2004-2005, il Premio Hystrio nel 2008 e il Premio UBU nel 2009.
Nel 2011 mostra personale alla Cittadellarte – Fondazione Pistoletto di Biella dal titolo Grembi: soglie dell’inconcepibile e nello stesso anno, BonOmnia 2006 rivisitata, collettiva a cura di Philippe Daverio presso Palazzo Fava a Bologna.
Nel 2012 partecipa alla collettiva Data on imperfection, a cura di Martina Cavallarin, alla Factory Art a Berlino.
Parallelamente allo spettacolo Trascendi e sali ha presentato in varie Pinacoteche Nazionali l’installazione performativa Tutela dei beni: corpi del (C)reato ad arte (il valore di un’opera, in persona).
Nel 2015 è alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, nel 2017 alla Biennale e alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e nel 2018 nella Sala delle Maestà degli Uffizi all’interno delle manifestazioni dell’Estate Fiorentina.
Nel 2016 partecipa alla Galleria Otto di Bologna alla collettiva Chissà se lo sai… Gli artisti di Lucio a cura di Luca Beatrice, un omaggio a Lucio Dalla, alla sua passione per l’arte e ai rapporti umani che il cantautore ha intrattenuto con gli artisti.
Nel 2020 per Garzanti esce Aprimi cielo. Dieci anni di raccoglimento, articolato.
Nel 2022 gli vengono assegnati la Coppa Volponi per il lavoro letterario e il Premio Nazionale Cultura della Pace – Città di Sansepolcro per l’azione civile in difesa della non violenza e dell’aiuto ai migranti.
Nel 2023 gli viene consegnato per la sua multiforme attività artistica il Premio Montale fuori di casa, sez. Satura.
Nel 2024 partecipa alle collettive Per grazia ricevuta alla Galleria Giovanni Bonelli a Milano, a cura di Alberto Mattia Martini, e a Humanity Lovers, per i 35 anni di Emergency, al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia. Il 5 ottobre 2024 riceve il Premio Dessì per la letteratura.

Bill Viola

Nato a New York nel 1951, è stato un artista e pioniere delle video-installazioni.
Ha conseguito una laurea in belle arti in studi sperimentali nel 1973 presso la Syracuse University, dove ha studiato sia arti visive che musica elettronica. Il suo contributo è considerato essenziale per il riconoscimento del video come mezzo valido nell’arte contemporanea. Nel corso della sua carriera, durata quattro decenni, Viola ha utilizzato tecnologie all’avanguardia per creare installazioni video, musica elettronica, paesaggi sonori e trasmissioni televisive. Le sue opere sono state esposte in musei e spazi pubblici in tutto il mondo.
Viola ha viaggiato molto, vivendo e lavorando in Italia, Giappone e Australia. Le sue opere hanno esplorato spesso i temi della spiritualità e dell’introspezione, invitando l’osservatore a conoscere meglio se stesso attraverso la percezione dell’esperienza sensoriale. Le esperienze umane trascendentali, come la morte, la nascita e la comprensione della coscienza, sono temi chiave nel suo lavoro.
Tra le sue opere più note si ricordano The Crossing (installazione video e sonora, 1996), The Reflecting Pool (videotape, 1977-1979) e The Passing (videotape, 1991).
Per la Biennale di Venezia del 1995 Viola ha creato The Greeting, un video basato su un dipinto dell’artista italiano Pontormo (1494-1556). Oltre che con la video-installazione ha operato con un’ampia varietà di media, lavorando come artist in residence sia presso il WNET Channel 13 Television Laboratory che presso i laboratori di ricerca Atsugi della Sony Corporation, e dal 1973 al 1980 esibendosi con il compositore David Tudor come parte del Rainforest Ensemble (in seguito chiamato Composers Inside Electronics). Viola ha creato vari accompagnamenti video per brani musicali, per compositori e musicisti come Edgar Varèse e per la popolare rock band Nine Inch Nails, ricevendo numerosi riconoscimenti, tra cui una MacArthur Foundation Fellowship nel 1989, e nel 2006 è stato nominato Commendatore dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal governo francese. Tra le sue mostre più importanti si segnalano: Installations and Videotapes al Museum of Modern Art di New York, 1987; A 25-Year Survey al Whitney Museum of American Art di New York, 1997; Hatsu-Yume (First Dream) al Mori Art Museum di Tokyo, 2006-2007. Universalmente riconosciuto come padre e maestro della video-arte, Bill Viola è morto il 12 luglio 2024 all’età di soli 73 anni a Long Beach (California).

Scheda della mostra

Alessandro Bergonzoni – Bill Viola
Vite sospese

Sede
Fondazione Mudima | Via Tadino 26, Milano

A cura di
Davide Di Maggio

Apertura
martedì 29 ottobre 2024
alle ore 18:00

Date
29 ottobre 2024 – 6 dicembre 2024

Orari
lunedì-venerdì 11:00-13:00, 14:30-18:00
chiuso sabato e domenica
ingresso libero

Foto mostra
Fabio Mantegna
fabiomantegna.it

Info al pubblico
Fondazione Mudima
T. +39 02 29 40 96 33
info@mudima.net
www.mudima.net

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