Martedì 3 dicembre, dalle 18,30 la Fondazione Mudima di Milano invita alla presentaione del libro di Nanni Balestrini La nuova violenza illustrata.

A cura di Andrea Cortellessa Bollati Boringhieri

Ne parleranno:
Milli Graffi
Daniele Giglioli
Paolo Fabbri
Giairo Daghini

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Rivolgendosi al suo“ignaro e pacifico lettore”nella Lettera di apertura alla Nuova violenza illustrata, Balestrini lancia l’avviso :“le pagine che ti accingi a leggere sono un invito esplicito e urgente alla violenza”. Sono molti i tipi di conflitto che attraversano il mondo del vivente e Balestrini, in questo testo, ne dà testimonianza con due blocchi di scrittura di dieci pezzi ciascuno seriati in un “Secondo tempo 2018” e in un “Primo tempo 1976” dove sono raccolti in un solo volume quarant’anni di violenza, due blocchi di tempo in cui sono rintracciabili violenze d’intenzionalità diversa, opposte, ma anche caotiche, prive di senso, se non di cause.

Negli anni Settanta la violenza prevalente è quella per cui“un’altra storia è possibile/se noi vogliamo” che dà in Balestrini una scrittura lavorata per montaggio di linguaggi, di scontri, di scioperi, di gesti estremi in cui prende forma una soggettivazione operaia e/o generazionale che rivendica un altro modo di produzione della vita. Opposte a questa sono le linee di violenza che producono guerra, o quelle orientate all’accumulazione di ricchezza finanziaria, qui documentate da due testi folgoranti. Un’altra linea ancora è quella di una violenza che sembra perdere di orientamento, ma non d’intensità, al contrario. Come si dà il caso nei nuovi dieci pezzi del“Secondo tempo 2018”.

Il montaggio degli ultimi momenti di vita di Gheddafi, o quello dell’interrogatorio“macelleria” di una donna arrestata, sono scritture di una tensione altissima, come quelle dell’uso dei gas in Siria o dei profughi in mare.

Da Vogliamo tutto alla Nuova violenza illustrata, passando per I Furiosi e per Sandokan, i romanzi di Balestrini mettono sotto una luce abbagliante il passaggio dalla violenza di orientamento libertario dei movimenti di massa e di democrazia dal basso, alla violenza di disorientamento caotico della guerra di tutti contro tutto e di decomposizione di un’intera società. Questa traiettoria però non è abdicazione a una filogenesi del negativo. Non è il caso di Balestrini. La captazione delle nuove insensate forme di violenza che caratterizzano le società attuali è contemporanea alla creazione di una scrittura come Caosmogonia, e in essa di Istruzioni preliminari, in cui si sente la forza del ricominciare non solo come resistenza ma soprattutto come invenzione. Balestrini rivendica una “scrittura” che proceda “come un flusso non come un codice” dove agiscono “non più dominanti e dominati ma forza contro forza” e dove “ secondo un prospettiva rivoluzionaria/un altro mondo sta apparendo” tanto che “ si può sentirne lo strappo sonoro/scorrere il sangue la nuova vita che arriva”