Nicola Pucci – La figura e il paradosso
Il mondo non è cosi ovvio. Per chi sa osservarlo, l’evidenza è soltanto illusoria, e la pittura di Nicola Pucci gioca con l’illusione come artificio della realtà. Dipingere, per lui, è aprire gli occhi, spingere le porte, aprire i cassetti, è esplorare universi inediti e inventare giochi in equilibrio instabile. I quadri di Nicola Pucci si costruiscono in un curioso disordine di personaggi, animali, luoghi, situazioni paradossali, la cui evidenza risiede solamente nella volontà dell’artista di farne nascere un dipinto. E questo disegna un’opera di innesti improbabili, incontri frontali e associazioni instabili. Le coppie e gli opposti (miniatura-immensità, dentro-fuori, animale-figura umana, forza-fragilità) trasmettono un’esperienza plastica della poetica dello spazio: i giochi di espansione e ritrazione aprono la via a un’immaginazione ancorata a una realtà onirica e istintiva.
Secondo i codici pittorici, l’arte di Nicola Pucci potrebbe essere definita realista, poiché coglie una certa realtà, abbastanza ordinaria per certi versi, nella rappresentazione perfetta che sa catturare fedelmente, nello stile classico di chi sa disegnare e dare un corpo pittorico al mondo che osserva. Ma questa apparente stabilità non è così cartesiana. Pucci supera il limite del figurativo creando sulla tela un discorso narrativo, sotto forma di composizioni frammentate, di una figurazione stilizzata che l’artista decostruisce attraverso sequenze che disturbano l’immagine. Nascono così collage che si sfrangiano in simulazioni improbabili di scene antagoniste, costruendo universi di contrasto, ambigui e paradossali. L’esperienza pittorica di Nicola Pucci rimette in discussione i codici della prospettiva, e si articola attorno a un sistema complesso che mira a immergere lo spettatore in spazi destabilizzati. L’artista gioca con la figura, con precisione, per meglio cancellarla e corromperla.
È un sistema di costruzione-decostruzione che crea l’opera e le conferisce materia e forza singolarmente attive. Perché nella pittura di Nicola, lo sforzo fisico, lo slancio, creano un movimento indissociabile dalla sua tecnica che nella decostruzione, soprattutto quella dei visi, può ricordare le opere di Francis Bacon, in modo più dinamico però, e anche meno tragico. La velocità in Pucci è parte integrante della sua tematica ed egli la tratta spesso attraverso un animale (Salto sul tram III, 2019, Allenamento, 2019), uno sportivo intento nello sforzo (Salto Stazione, 2016, Scatto, 2018, Corrida II, 2018), ma anche nel soffio anodino di una bolla che si gonfia (Serie delle bolle).
Diverse ossessioni animano lo spirito di Pucci che le declina in tematiche ricche di opere sorprendenti: incontri animali totalmente improbabili; sportivi nel pieno della fatica – ciclisti, corridori, subacquei, giocolieri … -, visi di pugili deformati per l’impatto di un pugno. C’è anche la serie delle bolle, soffio d’aria vitale, concentrazione che rende insostituibile l’istante; che appaiono come un sospiro, e divengono forza di vita contro il soffocamento. Scoprire che sono state dipinte durante il lockdown, le rende necessarie come una boccata d’aria. Ci ricordano i Corpi d’aria di Manzoni, in modalità pittorica.
Non è uno stile che può fissarsi in una rappresentazione oggettiva. Se la pittura è figurativa, lo è in maniera cancellata, tormentata, rinnegando il contorno e la forma per raggiungere un’impressione, una sensazione. Proprio come la materia stessa, che sembra amalgamata e poi raschiata, elaborata per strati semi cancellati che si ricompongono in un collage aleatorio di consistenze sfocate; che eliminano la nitidezza, a favore di un’impressione colorata, quasi astratta, in alcune parti del quadro. L’opera di Nicola Pucci è perfettamente ambigua, si destreggia tra delicatezza e forza brutale, tra rappresentazione e decostruzione, tra precisione e cancellazione; sempre fuori sincronia rispetto al reale, in una concezione dello spazio che sovrappone realtà totalmente contraddittorie.
Bio
Nicola Pucci (Palermo, 1966) ha studiato illustrazione pubblicitaria all’Istituto Europeo del Design (IED) di Roma, per poi trasferirsi a Vipiteno per disegnare le copertine dei celebri quaderni Pigna. Tornato a Roma, inizia a dedicarsi a tempo pieno alla pittura; conosce e frequenta Bruno Caruso, che lo incoraggia e scrive un testo per la sua prima mostra a Palermo nel 1994. Dal 1995 ad oggi, Nicola Pucci ha esposto in Italia, Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti, ha guadagnato l’attenzione di Larry Gagosian e Carlo Bilotti, di critici come Vittorio Sgarbi e Gianluca Marziani, oggi suoi collezionisti. Ha realizzato importanti mostre personali in musei come il Museo Palazzo Collicola Arti Visive a Spoleto, il Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese a Roma e la Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto. Nel 2017 il Comune di Spoleto lo seleziona per il progetto Schermi Urbani, nel 2019 la sua casa/atelier viene selezionata per l’Itinerario contemporaneo de Le Vie dei Tesori curata da Paola Nicita a Palermo. Nel 2019 la Fondazione Sicilia a Palermo gli dedica la sua prima antologica, interrotta dal lockdown. Le tele di Pucci fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero, sono state scelte come copertine da diverse case editrici, tra cui Sellerio.
Attualmente è rappresentato da Andipa Gallery – Londra, Kristin Gary Fine Art – New York e in Italia da RvB Arts – Roma, Arionte Arte Contemporanea – Catania e MLC – Palermo
Scheda della mostra
Nicola Pucci
La figura e il paradosso
A cura di
Dominique Stella
Sede
Fondazione Mudima | Via Tadino 26, Milano
Apertura
giovedì 24 marzo 2022
dalle 15:00 alle 20:00
Date
25 marzo – 29 aprile 2022
Orari
lunedì-venerdì 11-13, 15-19
chiuso sabato e domenica
ingresso libero
Catalogo
Edizioni Mudima
con un testo di Gino Di Maggio
Organizzazione
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in collaborazione con
Arionte Arte Contemporanea
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